In Italia, sembra proprio di sì. Negli ultimi 50 anni è stata conquistata una tutela della maternità ampia, che include la garanzia del mantenimento del lavoro, la copertura di 5 mesi in corrispondenza del parto, i congedi parentali, la copertura pensionistica durante la maternità.
Ma i dati Istat ci raccontano che il 55% della forza lavoro femminile sotto i trent'anni non accede alla maternità con le tutele previste dalla legge perché tutte queste garanzie spettano alla lavoratrice dipendente, mentre il numero di donne che non ha un contratto a tempo indeterminato è in costante crescita.
Perché fare figli smetta di essere un privilegio per la maggior parte delle famiglie, proponiamo un' Indennità di maternità universale: un importo (con relativa contribuzione previdenziale) da corrispondersi per cinque mesi a tutte le madri, indipendentemente dal fatto che siano dipendenti o autonome, che siano stabili o precarie, che lavorino o che non lavorino ancora.
Il 28 giugno il gruppo Maternità&Paternità si è riunito a Milano con i rappresentanti del mondo del lavoro e dei movimenti. Hanno partecipato e aderito alla proposta: Nerina Benuzzi (CGIL), Andrea Fumagalli (Intelligence Precaria), Gianna Martinengo (Comitato Imprenditoria Femminile), Chiara Martucci (Sconvegno), Claudio Negro (UIL).
Il gruppo Maternità&Paternità è formato da: Marina Piazza, Anna M. Ponzellini, Anna Soru, Sabina Guancia, Maria Benvenuti, Caterina Duzzi, Stefania Olivieri.
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